Oggi parliamo di capricci e Terrible Two. Ne parliamo perché se conosciamo la fase di crescita dei Terrible two, diventiamo capaci di gestirla e scopriamo di aver tutti gli strumenti giusti per poterlo fare.
Tradizionalmente, nel noto comune, questo periodo evolutivo viene associato ad una fase di difficoltà per i genitori, che incontrano “la ribellione” del bambino e i suoi comportamenti di pretesa.
Valentina Di Bella, educatrice professionale e consulente educativa per la genitorialità, ci insegna e dimostra come sia possibile superare il noto comune (che traduce l’espressione in “terribile secondo anno”!) e capire il punto di vista del bambino per costruire una strategia educativa vincente. I genitori che si rivolgono a Valentina Di Bella per ottenere una soluzione a questa difficoltà, assumono questo nuovo punto di vista e ricevono suggerimenti pratici, da spendere nella quotidianità per gestire e guidare il bambino nei “Terrible Two”. Il bambino si allinea, aumenta la sua serenità e riduce le pretese…con somma gioia di mamma e papà!
COSA SONO DAVVERO I TERRIBLE TWO?
Se assumiamo il punto di vista di un bambino di due anni, comprendiamo che i terrible two corrispondono a:
- una SCOPERTA per la quale il bambino comprende di essere una realtà distinta dalla mamma e in quanto tale, può avere intenzioni e desideri diversi da essa. La decisione con cui si afferma, quindi, è un modo con cui il piccolo dice: “Sono diverso da te, mamma!”
- una SPERIMENTAZIONE, quindi un’occasione utile a far capire al bambino i limiti delle sue possibilità. Il piccolo finalmente cammina, dunque desidera provare a cimentarsi da solo in piccole, grandi azioni. (“Sono io che voglio spiegarmi/attraversare da solo/non usare le cinture, mamma!” )
- L’AFFERMAZIONE di sé, ossia l’idea per la quale il piccolo vuole essere autonomo e portare a termine da solo le azioni che intende compiere (lo faccio io!!! Sono io che lo voglio!)
PERCHÉ IL SECONDO ANNO È “TERRIBILE”?
Alla luce di tutti questi significati positivi, perché il secondo anno è terribile per noi adulti? Perché ci spiazza. Perché chiede di cambiare e sviluppare due competenze che ci saranno utili anche negli anni a venire. Valentina Di Bella, a tal proposito, suggerisce due atteggiamenti educativi vincenti:
- AUTOREVOLEZZA
Ossia la necessità di stabilire dei limiti chiari tra ciò che vogliamo permettere al bambino e i divieti necessari. I piccoli faticano a comprendere le deroghe, per questo è consigliabile evitare eccezioni che creerebbero malintesi nella mente del bambino di due anni. Viene inoltre suggerito di evitare spiegazioni troppo lunghe, che il bimbo non comprende ancora. - RISPECCHIAMENTO
È un atteggiamento che accoglie il bisogno del bambino di sentirsi capace e autonomo, permettendogli nel limite del possibile, di fare delle scelte e sentirsi utile. Quando ad esempio si è di fretta e il bimbo rifiuta di indossare la giacca, si può recuperare la situazione, dicendogli: “ho proprio bisogno di un aiutante per aprire la macchina! Ci pensi tu? Allora dobbiamo indossare la giacca e uscire!”
Valorizzare l’aiuto che il piccolo può offrirci, é un ottimo espediente per ottenere la sua disponibilità.
Attraverso questi atteggiamenti, si ottengono due vantaggi:
- il bimbo sperimenta con una certa elasticità la sua maggiore o minore autonomia; sente che non è sempre si o sempre no, dipende dalla circostanza.
- mamma e papà mantengono con credibilità il loro ruolo di guida, senza venire meno ai principi educativi che intendono sostenere.