Sin dal primo istante di vita il bambino utilizza per comunicare uno strumento a lui semplice e naturale: il pianto. Durante tutta la sua crescita e il suo sviluppo, il bambino utilizza il pianto come mezzo di comunicazione con i genitori e con il mondo esterno. Comprendere il significato del pianto del bambino è uno dei compiti a cui un genitore deve necessariamente dedicarsi.
I vari tipi di pianto del bambino
Iniziamo con il comprendere che il pianto del bambino non è solo un emettere un suono, anche se al primo ascolto potrebbe essere interpretato come tale. È vero che il bambino utilizza il pianto per comunicare, non avendo ancora acquisito strumenti e capacità necessarie per comunicare, ma è altrettanto vero che ogni pianto è diverso ed assume un significato ben specifico. Ogni pianto ha un suo significato. Infatti il bambino piange, ed emette un tipo di pianto a seconda di quello che vuole comunicare. Il bambino può piangere per fame, per dolore, per stanchezza, per richiesta di attenzione, per sonno e per tantissimi altri motivi.
Il pianto da dolore
Gli studiosi hanno classificato i diversi tipi di pianto utilizzando lo spettrografo acustico, uno strumento in grado di rilevare le diverse caratteristiche dei diversi suoni. Si è notato, ad esempio, che un pianto da dolore ha delle caratteristiche ben precise. Un grido acuto con dei piccoli momenti di assenza di respiro, come delle piccole apnee, per poi proseguire con un nuovo grido acuto. Il pianto da dolore può essere identificato dal genitore anche dal fatto che il bambino non smette di piangere nonostante venga preso in braccio e coccolato. Questo a conferma che non si tratta di una semplice richiesta di attenzione, ma di ben altro. Mettendo lo spettrografo da parte, ogni genitore, con la sua sensibilità, sarà in grado di comprendere le diverse tipologie di pianto del proprio bambino.
Imparare il significato del pianto di un bambino
Ad ogni pianto il bambino vuole dirci qualcosa. Ad ogni pianto il bambino può comunicarci un suo stato di disagio, di dolore, di fame, o può avanzare una richiesta di attenzione, di coccola, di consolazione. Il bambino piange per comunicarci un suo bisogno. Se il genitore è pronto a soddisfare il bisogno del bambino, si aprirà un nuovo modo di comunicare tra genitore e figlio.
FONTE: “Il bambino da 0 a 3 anni” di T.Berry Braselton