“Perchè parlare ai bambini anche se piccoli?” , “Ma davvero riescono a capire?”
Queste sono le due principali domande che mi fanno le mamme quando spiego loro in consulenza quanto sia importante parlare ai bambini, sin da quando sono piccolissimi. Anche se neonati.
La comunicazione alla base del metodo ReSleeping®
Sono ormai tantissimi anni che aiuto le famiglie a migliorare il sonno dei bambini e sin dal nostro primo incontro tratto l’argomento della comunicazione. La comunicazione è alla base del metodo ReSleeping®, perchè è grazie ad essa che riusciamo a migliorare quella che io chiamo la sintonizzazione madre-bambino, un qualcosa che già esiste come legame. In molti pensano che sia già tutto scritto sin dalla nascita. Cosa vera, ma solo in parte. Perché grazie alla comunicazione, quindi alle interazioni madre-bambino, che è possibile influenzare in maniera positiva lo sviluppo delle reti neurali. Una recente ricerca pubblicata sul numero del 20 gennaio 2021 del Journal of Neuroscience condotta su bambini da 5 a 8 mesi ha evidenziato che è la qualità degli scambi ai quali partecipano i bambini (sorrisi, gesti, sguardi e interazioni verbali) ad influenzare specifiche aree neurali del linguaggio e non la singola parola.
Perché parlare ai bambini anche se neonati?
Un altro studio della Stanford University del team della psicologa Anna Fernald conferma che parlare con i bambini, anche neonati, li aiuta a migliorare la comprensione del mondo e del suo funzionamento. Questo scambio favorirebbe il potenziamento dello sviluppo cerebrale del bambino per prepararlo al linguaggio, all’ascolto e all’attenzione.
Parlare ai bambini: una grande responsabilità per i genitori
Alle volte vedo gli sguardi sgomenti dei genitori e percepisco tutte le loro perplessità riguardo questo argomento. Forse perché troppo spesso si sottovaluta la capacità dei bambini di interagire e di elaborare le informazioni del mondo esterno. Normalmente si pensa che sia troppo piccolo per comprendere, ma non è così. Il bambino comprende tutto. Questo non significa che capisce la singola parola ed il suo significato, ma egli legge gli sguardi, il tono della voce della madre e soprattutto le emozioni. Inoltre la mamma ed il bambino sono sintonizzati tra di loro. Basti pensare che è stato per 9 mesi dentro la pancia della mamma percependo non solo la sua voce ma anche le sue emozioni. A tal proposito ti invito a guardare il video dell’esperimento del Dott. Edward Tronick pubblicato in uno dei miei articoli passati.
La comunicazione e il sonno del bambino
Per aiutare i genitori a migliorare il sonno dei bimbi partiamo quindi proprio dalla comunicazione. Durante le mie consulenze non solo invito i genitori a parlare con i bambini, ma soprattutto suggerisco loro quale tipo di comunicazione sia più efficace. Per i più scettici si parte dal semplice racconto della storia prima di andare a dormire. Una modalità accettata praticamente da tutti i genitori perché sicuri del fatto che un racconto possa rilassarlo. Per poi passare ad altre tipologie di comunicazione, in ogni occasione della giornata, perché ovviamente non solo le storie rilassano il bambino prima di andare a nanna.